E’ uno spettacolo estremamente affascinante quello che va in scena il 26 Maggio a Cagliari, all’interno alla Galleria d’Arte di Viale Trieste, mentre fuori tutto si fa scuro e comincia a piovere incessantemente.
Ma tutto nella sala è pronto per un viaggio nella musica, nella bellezza e nelle emozioni attraverso la poesia di Pushkin e la sua eroina, Tatiana.
Una ragazza che è la summa di dieci donne da lui amate, ma nella quale ci sono anche i riflessi dell’autore.
All’inizio è fragile, Tatiana, ma con il tempo scopre in se stessa una forza inaspettata.
Ad accompagnarci alla scoperta di questo personaggio è Tatiana Shyhina artista russa che ha vissuto in Ucraina dove si è laureata in Direzione di Coro, esattamente a Charkiv, si è poi trasferita a Trieste e ora vive a Cagliari dove si è laureata in canto lirico.
La sua Tesi di Laurea diventa il libro dal titolo “Tatiana, fragile Tatiana” edito da Susil edizioni.
La moderatrice Alessandra Sorcinelli conduce l’intervista alla scoperta di questo libro.
Alle sue domande, sempre puntuali e coinvolgenti, non esenti da un filo di ironia, la scrittrice risponde con voce dolce raccontando la sua vita, i suoi studi, il suo percorso che la ha infine condotta a Cagliari.
Il libro parla di poesia e di musica attraverso Tatiana. Una donna romantica e sognatrice capace di far scrivere a Pushkin pagine sublimi e a Ciajkovskij di far comporre l’ Opera meravigliosa che tutti conosciamo.
Il tutto contestualizzato a livello storico, culturale e tecnico.
Nella seconda parte della serata la poesia incontra la musica in un bel recital lirico. Le arie eseguite sono quelle dei più grandi compositori occidentali ai quali si è ispirato Ciajkovskij.
Ad aprire il concerto è il soprano drammatico Monica Fadda dotata di un timbro scuro e caldo unito ad una grande musicalità. La voce è potente e controllata. Capace di acuti sferzanti e di lunghi filati.
Inizia con l’aria da camera “Vaga luna” di Vincenzo Bellini, per poi continuare con “La Vergine degli Angeli” tratta da “ La forza del destino” di Giuseppe Verdi e finire con“Casta Diva” tratta dalla “Norma” di Bellini.
Ad alternarsi con lei al canto è il soprano Tatiana Shyhina dalla voce piena, ricca di armonici, capace di riempire la sala di melodie estatiche.
Si esibisce con ” Inno alla luna” dalla “Rusalka” di Dvorak e poi al pianoforte suona un brano popolare russo.
La serata continua con il “duetto dei fiori” da “Lakmè” di Delibes e il duetto de “La Barcarola” da “Les contes d’Hoffman” di Offenbach.
Qui le voci dei due soprano si amalgamano perfettamente regalando ai presenti momenti di vera emozione.
Ad accompagnare le cantanti al pianoforte c’è il maestro Andrea Cossu che si esibisce anche nell’intermezzo della Cavalleria rusticana.
Si conclude dopo circa due ore questa bella avventura a cavallo tra letteratura e musica e io, con la curiosità di un gatto, approfitto della disponibilità delle cantanti per rivolgere loro qualche domanda.
Monica Fadda, tu sei l’organizzatrice di questo evento. Vuoi dirmi come nasce?
Questo evento è parte di un progetto più ampio che prende il nome di “ARMONICA POJECT”. Come avrai notato all’interno di questa parola c’è il mio nome, “Monica”, ma si riferisce anche tutti quegli armonici che durante questi ultimi anni non abbiamo più potuto sentire dal vivo perché i Teatri sono restati chiusi. Esprime quindi la volontà di riappropriarci della musica. Questo progetto sarà costituito da più fasi. Una parte musicale che prevede un ensemble musicale aperto anche alle collaborazioni, e una parte letteraria perché abbiamo intenzione di realizzare anche un libro.
Per me la collaborazione è molto importante.
Oggi più che mai è importante fare rete, condividere.
E condividere soprattutto le vibrazioni. Ecco, gli armonici sono vibrazioni.
Stiamo facendo un percorso. Vogliamo trovare la chiave di lettura degli armonici con l’aiuto del diapason a 432 Hz, ossia le vibrazioni che sono più vicine ai nostri sentimenti. Le alte risonanze ad esempio possono cancellare la paura. Quella sensazione di paura ad esempio che ci portiamo appresso da due anni. Ecco perché siamo convinte che la musica guarisca.
Di vibrazioni parla anche Tatiana nel suo libro quando le divide in risonanze e dissonanze.
Tatiana, sei stata chiamata in causa. Come definiresti in poche parole questo concetto di Dissonanze e Risonanze?
Non è altro che una sovrapposizione di toni che inizialmente può sembrare sgradevole ma che se abbiamo la pazienza di aspettare vediamo che si risolve in una risonanza. Si tratta semplicemente di allenarsi all’ascolto. Imparare ad ascoltare senza i pregiudizi della mente. Le risonanze non sono altro che esperienze che noi viviamo. Faccio l’esempio di un bambino piccolo che prima di cominciare a camminare non vive altro che dissonanze perché ogni volta che cade è un pianto. Quando invece riesce a fare tutta la camera intera non è altro che una risonanza perché è soddisfatto di quello che ha fatto. Quindi la risonanza non è altro che competenza.
Monica ha detto prima che la seconda fase del’ “Armonica Project” è letteraria. Puoi spiegarci di cosa si tratta?
Abbiamo intenzione di realizzare un libro che parlerà degli intrecci tra musica Russa partendo da Pietro il Grande che è stato il primo a portare la Musica italiana a Pietroburgo ed è così che si sviluppa la cultura Europea in Russia. C’è un grande scambio musicale tra musicisti Europei e Russi che alla fine si influenzano a vicenda.
Ritorniamo per un momento alla parte cantata del vostro Recital.
Dell’evento esiste una registrazione video, reperibile su you-tube realizzata dall’Architetto Vittorio Pisu, e alcuni miei video realizzati con un buon cellulare ma che non permette di apprezzare completamente le voci.
Soprattutto vocalità teatrali come le vostre sono molto penalizzate nelle riprese audio perché vengono appiattite in fase di registrazione. Inoltre diventa quasi impossibile apprezzare gli armonici.
Ma, aldilà di questi aspetti tecnici, c’è stato indubbiamente qualche momento di criticità.
Monica, nel tuo caso a cosa è dovuto?
La tensione soprattutto. Anche il peso di dover organizzare l’evento. Per cantanti come noi che non hanno un’Agenzia è tutto più difficile. Dobbiamo creare noi le occasioni per andare in scena. E, inevitabilmente, i problemi psicologici influiscono sempre sulla prestazione. Bisogna imparare a lasciare i problemi a casa quando si canta ma non sempre è possibile. E riprendere a cantare dopo essere stati lontani dal palco per due anni non è semplice. Io ho fatto l’ultimo concerto all’Università settecentesca a Cagliari il 3 gennaio 2020. Sembrava tutto in ascesa con tante opportunità e invece tutto si è fermato. E’ vero, ci si esercita a casa. Questo un cantante lo può fare sempre, è vero. Ma dopo un po’ che non calchi il palco di fronte ad un pubblico si insinua una sorta di paura che poi deve essere superata. Avrei potuto osare di più con gli acuti invece di risolvere alcune situazioni con i pianissimo, ho anche sbagliato qualche parola nella “Casta Diva”, succede. Ma questo è stato il nostro primo recital dopo tanto tempo. Siamo felici di aver ricominciato finalmente e questo supera anche il fatto che durante il canto possa esserci stata qualche errore.
Tatiana, per te quali sono stati i problemi maggiori?
L’appoggio sul fiato. Lo so bene. Gli ultimi due anni sono stati pesanti anche per me. Ho dovuto accantonare l’Opera, che adoro, per pensare a mia figlia, gestire le sue lezioni alle elementari in DAD, io stessa facevo lezioni di piano on-line ed è un qualcosa di difficilissimo. Tutto è diventato molto più complicato e gravoso, anche economicamente. Ora è venuto il momento di ricominciare.
Sapevo di non essere al massimo della forma. Purtroppo ho perso tanti chili e quando si ha un dimagrimento così grande la voce ne soffre.
Nell’ultimo anno non sono stata bene e la muscolatura ne ha risentito.
Ma ora che posso nuovamente riprendere a fare musica dal vivo era importante per me buttarmi in questa esperienza. Anche perché avevo il libro da presentare. Un libro molto importante perché mi lega anche alla mia famiglia. Io mi chiamo Tatiana perché mio padre amava molto Eugene Onegin. Insomma, è come riannodare dei fili e comprendere che nulla nella nostra vita accade per caso. Ad esempio il giorno che ho presentato il libro era proprio il compleanno di Pushkin. Un segno del destino.
Abbiamo preparato tutto in sole due settimane. Io e Monica ci siamo viste tre volte. E avevamo i duetti da preparare. Non è stato facile ma alla fine io sono soddisfatta.
Non è andata male anche se ero un po’ stanca. Ma consideriamo anche che ero molto emozionata e che prima di cantare ho parlato per quasi un’ora.
Non mi resta che salutare Monica Fadda e Tatiana Shyhina, due cantanti che si sono svelate con sincerità parlando di se stesse e del loro progetto che lega la musica alle parole. Due mezzi così diversi che però si corteggiano, si definiscono, e la lirica ci insegna che la loro unione crea qualcosa di magico.
In fondo, prendendo in prestito le parole di Ciajkovsky, la parola e la musica sono due forze che da una parte descrivono il mondo diversamente, e dall’altra si arricchiscono a vicenda… Chi comprende il significato di queste due arti può considerarsi davvero felice.
di Loredana Aztei
(Foto di Laura Carraro)