Cosa ci fa la musica di Mozart a Is Mirrionis?
Esattamente quello che fa nel film “Le ali della libertà”: Porta gioia, innalza lo spirito, alimenta la speranza. In definitiva ci rende migliori.
Così come in una prigione, così in un quartiere popolare dove gli spazi culturali sono pochi.
Nel film, il carcerato Red, ascoltando il duetto de “Le nozze di Figaro” tra Susanna ela Contessa dice:
“Quelle voci si libravano nell’aria ad un’altezza che nessuno di noi aveva mai osato sognare.
Era come se un uccello meraviglioso fosse volato via dalla grande gabbia in cui eravamo facendola dissolvere nell’aria.
E, per un brevissimo istante, tutti gli uomini di Shawshank si sentirono liberi.”
In queste poche parole c’è tutta la potenza della musica. La sua capacità di fermare il tempo e di indurci a sognare dimenticando la realtà che ci circonda.
Ecco perché è così importante ciò che realizza il “ Teatro del Segno” con il suo progetto “Un Teatro senza quartiere/per un quartiere senza Teatro”.
Il TSE si appropria di uno spazio non utilizzato e dà vita ad un Teatro capace di proporre al pubblico sia titoli d’Opera che di Prosa.
Ed è in questo contesto che viene messa in scena, in forma concertata, un’ampia selezione di brani tratti da “Le nozze di Figaro” di Mozart.
Attraverso una scalinata si scende in un piano sotterraneo che, nonostante le premesse, ha una buona acustica. Non ci sono echi e la musica si spande bene in ogni angolo.
La presenza del pubblico è numerosa considerando la capienza della sala.
L’Orchestra da camera “Johann Nepomuk Wendt” è composta da un gruppo di giovanissimi, pieni di talento e passione, diretti dal M° Raimondo Mameli. Il suo gesto è semplice e preciso in un dialogo continuo con ogni singolo musicista.
Dispiace per l’assenza del grande Maestro Angelo Romero, attesissimo nella parte di Don Bartolo, ma purtroppo la forte ondata di caldo e umidità gli hanno impedito di essere presente.
Gli interpreti vocali sono quasi tutti molto giovani e altrettanto promettenti.
Di grande esperienza il baritono Tiziano Castro nel ruolo di Figaro che, oltre ad una smaliziata interpretazione vocale, aggiunge una recitazione brillante, frutto dell’immedesimazione nel personaggio.
Altrettanto convincente è il soprano Chiara Loi nel duplice ruolo di Cherubino e Barbarina. Il volto espressivo, la mimica funzionale ed elegante, una dizione perfetta e una voce limpida e melodiosa.
Ha una splendida presenza il soprano Eleonora Chighine, che nel ruolo di Susanna sfoggia una voce ampia, piena ed intensa. Da migliorare la dizione ma nel complesso è una cantante che fa sperare in una buona maturazione.
Buona anche la Contessa Rosina, interpretata dal soprano Claudia Spiga. Vocalmente chiara, attenta negli acuti e tranquilla nelle agilità anche se in qualche momento il suono va un pò indietro.
Insieme danno vita al bel duetto in “Che soave zeffiretto…”.
Entrambe a livello recitativo appaiono un po’ carenti. Forse a causa dell’emozione, o della versione concertata che rende più difficile la compenetrazione nel personaggio, ma nulla che l’esperienza e lo studio non possano migliorare, e la giovanissima età va tutto a loro vantaggio.
Nel ruolo del Conte di Almaviva il baritono Gabriele Barria mostra una voce rilevante accompagnata da un timbro scuro, decisamente interessante per espressività e potenza. Il gesto scenico è curato. Sicuramente da seguire nel suo percorso di crescita.
In definitiva quella che il Teatro del Segno ha mandato in scena è stata una bella serata dove le note della musica di Mozart sono fluite liberamente rendendo magico un piccolo Teatro che si è appropriato di un sotterraneo per portare l’Opera, e non solo, dove merita di stare.
Tra il popolo.
di Loredana Atzei
Foto credit: Dietrich Steinmetz