G. Bizet - Carmen - Arena di Verona, recita del 21 luglio 2022
Scendere nell’Arena in una giornata caldissima e afosa ha in se sempre qualcosa di eroico. Sia per chi scende sul palco con pesanti costumi di scena, sia per i lavoratori che innalzano scenografie tra un atto e l’altro, sia per il pubblico immerso fino all’una di notte in un’immensa bacinella bollente e umida con l’aria quasi irrespirabile.
Ma ne vale la pena perché ciò a cui si assiste è grandioso. Si ha l’opportunità di vedere in azione una enorme macchina teatrale in uno degli Anfiteatri più grandi e belli al mondo.
Uno spettacolo nello spettacolo.
La Carmen che viene portata in scena è quella storica con la regia di Franco Zeffirelli.
Caotica, sovrabbondante di elementi scenici, piena di colori tra i quali emergono le divise dei Dragoni giallo azzurre spesso classificate come “Un pugno nell’occhio”.
Certamente nella realtà sarebbero il sogno di ogni contrabbandiere per la facilità con cui verrebbero avvistati nei monti consentendo ai criminali una rapida fuga.
Ma l’impatto visivo è assicurato e in Teatro l’importante è questo.
E’ necessario che i Dragoni si distinguano in una produzione come questa piena di comparse e l’abbinamento dei due colori, semplicemente, riesce nello scopo.
E poi ballerini, cavalli, figuranti…Ognuno con il suo compito ben preciso svolto ad un lato del palco e poi spesso ripetuto in modo simmetrico nell’altro lato.
Il lavoro che c’è dietro è immenso e si vede. E’ un bombardamento di informazioni che accoglie lo spettatore e che lo stordisce.
A livello teatrale si otterrebbe di più con meno.
La drammaturgia ci guadagnerebbe sicuramente con uno spettacolo più leggero.
Ma è probabilmente anche vero che il pubblico dell’Arena vuole avere l’emozione di perdersi in queste grandi produzioni.
Provare quello smarrimento provocato dal non sapere più dove guardare perché tutto è in movimento e la regia non guida l’occhio del pubblico su qualcosa di preciso.
E poi c’è anche il vantaggio di poter rivedere la stessa Opera e trovarci sempre qualcosa di diverso che era sfuggito in precedenza.
In quest’ottica il lavoro monumentale ha senso.
Il risultato è un grande spettacolo per un grande pubblico.
E non è certo cosa da poco, in ogni caso, poter avere la possibilità di assistere ad uno spettacolo tradizionale che rispetti i luoghi, i tempi e i personaggi così come descritti nel libretto.
L’impianto scenico è quello originario anche se sono state fatte delle aggiunte seguendo delle intuizioni successive alla messa in scena di Zeffirelli.
I costumi di Anna Anni riprendono gli abiti spagnoli con camicie bianche, scialli rossi, completi neri e tanto oro nei ricami preziosi del Torero e dei Picador.
Anche le coreografie sono quelle originali di El Camborio riprese grazie a Lucia Real e con la partecipazione della compagnia Antonio Gades diretta da Stella Arauzo.
Il corpo di ballo, coordinato da Gaetano Petrosino, è impegnato durante tutta la recita e offre un momento di svago e interazione con il pubblico durante il lungo cambio scena tra il terzo e quarto atto. I ballerini oltre a sfidarsi da un lato all’altro del palco invitano la platea a tenere il ritmo con un divertito battimano che trascina tutti nell’atmosfera vivace e festosa dell’imminente Corrida.
Il M° Marco Armiliato dirige con mano ferma e sicura l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona riuscendo ad ottenere un buon amalgama. Particolarmente emozionante il preludio del terzo atto, reso ancora più suggestivo dal cielo stellato che ammanta i massi tra cui si aggirano come ombre i contrabbandieri.
Buona la prova del Coro preparato da Ulisse Trabacchin, così come buona è l’esecuzione del coro di voci bianche di A.Li.Ve. diretto da Paolo Fancicani.
Il gruppo di caratteristi costituisce un nucleo solido dalle vocalità sicure e capace di infondere un’ interpretazione convincente, conferendo spessore alla recita.
Tra questi spicca l’autorevole Zuniga di Gabriele Sagona, e la voce ampia di Caterina Sala nel ruolo di Frasquita. Altrettanto bravi Caterina Dellaere nel ruolo di Mercedes, Jan Antem e Vincent Ordonneau nel ruolo dei contrabbandieri Dancairo e Remendado e Alessio Verna nel ruolo di Morales.
Per il cast principale invece è tempo di debutti.
A cominciare dalla protagonista: il mezzosoprano americano J’Nai Bridges alla sua seconda recita di Carmen. La voce è calda e morbida ma piuttosto piccola per i grandi spazi dell’Arena, e spesso durante la recita non oltrepassa il muro orchestrale.
L’esecuzione dell’Habanera è un po’ sporca e sul finale la voce sparisce del tutto.
A livello recitativo manca ancora quella maturazione in grado di farle sviluppare tutta la carica di sensualità e sfrontatezza che rende il personaggio così irresistibile.
Ma Carmen è personaggio molto complesso da questo punto di vista e, data la giovane età del mezzosoprano, ci sarà tempo in futuro per delineare meglio i tratti peculiari della gitana.
Il soprano Maria Teresa Leva veste per la prima volta il vestitino blu di Micaela e porta in scena tutta la dolcezza del personaggio con una voce sicura, limpida, melodiosa e ben proiettata.
In perfetta sintonia nel duetto con Don Josè del primo atto, regala poi una buona performance nell’aria “Je dis que rien ne m’épouvant…” ricca di sfumature e conclusa con un diafano pianissimo.
Nel ruolo di Escamillo il baritono Gezim Mishketa che delinea il personaggio con la giusta arroganza e spavalderia. Il timbro della voce non è piacevolissimo, a tratti ingolato. Nonostante questo le intenzioni sono buone e teatralmente efficaci soprattutto nella seconda parte dell’aria del toreador. Nel terzo atto invece persiste una certa sofferenza vocale.
E’ anche il tanto atteso debutto areniano in Carmen di Roberto Alagna protagonista nel ruolo del Dragone che si innamora perdutamente della bella sigaraia.
Un debutto si fa per dire visto che di Don Josè sembra conoscere ogni fibra, ogni pulsione, ogni tragico gesto e ce lo mostra sul palco dal suo ingresso fino al palpitante finale.
Dall’ingenuo duetto con Micaela, quando ancora spera di potersi salvare, alla rabbia che lo divora quando Carmen comincia ad annoiarsi di lui.
Vocalmente conserva lo slancio giovanile e il fascino di un timbro unico che unisce potenza vocale, morbidezza, e un’ampia gamma di colori che sfodera in una appassionante e semplicemente straordinaria esecuzione de “La fleur…” ( alla fine della quale viene richiesto il bis non concesso ) e in un atto finale modificato dalle sue scelte interpretative capaci di amplificare al massimo la tensione emotiva ottenendo la massima efficacia teatrale possibile.
Le doti recitative, l’esperienza sul palco e il grande talento lo portano a svettare su tutti e a rendere indimenticabile quella che altrimenti sarebbe stata una Carmen di routine.
Sono i dettagli soprattutto che fanno la differenza. La cura della mimica, il vivere il personaggio in modo spontaneo restituendoci un Don Josè profondamente umano, sofferente e vero.
Il gesto rapido con cui nasconde il fiore all’arrivo di Micaela, il guizzare rapido della Navaja da una mano all’altra quando sfida Escamillo, la ferocia sensuale con cui sigilla le labbra di Carmen prima di lasciarla tra i Monti.
Per poi ritrovarla nel finale. Lui distrutto. Lei bellissima al fianco di un altro uomo. Dalle immagini festanti in uno spazio ricco e sovraffollato si passa all’improvviso ad un palco svuotato. Rimangono i due protagonisti in una sorta di duello psicologico. Al centro campeggia una croce.
Don Josè supplica Carmen, cerca il conforto o la pietà di un Dio, non trova pace nel suo amore disperato.
Annientato dall’ultimo rifiuto si getta su Carmen e la ferisce a morte.
Un finale tragico e potente che unisce le loro due vite per sempre in un ultimo disperato abbraccio mortale.
E mentre si spengono le luci e l’ultima nota chiude lo spettacolo, il pubblico esplode in un calorosissimo applauso consapevole di aver assistito ad una delle più grandi interpretazioni di Don Josè che siano mai andate in scena sotto il magico cielo di Verona.
di Loredana Atzei
GALLERIA
(si ringrazia l'ufficio stampa dell'Arena di Verona per la concessione delle immagini dello spettacolo. Alcuni degli interpreti in foto possono essere diversi rispetto alla recita del 21/7 - Foto credit: EnneviFoto )