L'Ernani di Verdi, opera che adoro, ha ridato la vita al Teatro Massimo di Palermo, e lo ha fatto giovando di un cast di assoluti fuoriclasse, che si sono espressi in streaming, dopo un'intensa sessione di prove.
Sempre un piacere poter gioire del canto di un artista mio concittadino, pisano, come il tenore Giorgio Berrugi, protagonista del ruolo che da il titolo al capolavoro verdiano, e di artisti come il soprano Eleonora Buratto, splendente astro della lirica, Simone Piazzola belcantista raffinato e interprete dalla voce solida e suadente, Michele Pertusi adorato protagonista dalla fulgida carriera, completano il cast Carlo Bosi, amato artista che anche lui non ha bisogno di presentazioni e anzi a cui dico un grande grazie per essere sempre perfetto, una brava giovane soprano Irene Savignano e l'atrettanto giovane e valente basso Andrea Pellegrini.
PS (contrariamente al mio solito ho espresso anche giudizi sui colleghi, ma erano talmente bravi tutti che non mi sono potuto esimere!)
Molto bene il coro del Teatro Massimo di Palermo con un plauso particolare al M° Ciro Visco, una splendida certezza.
Dirige con mano sicura il M° Omer Meir Welber l'ottima orchestra del Teatro Massimo.
Ernani, che vide la genesi tra i timori e i malesseri di Verdi, che al tempo non aveva decisamente giovato del clima veneziano e delle preoccupazioni per la censura asfissiante, possa essere lietamente di buon auspicio per la prossima riapertura (pare!) dei teatri.
Proprio parlando di Verdi infatti, è curioso rievocare le parole drammatiche che espresse in una sua lettera a Toccagni dal tono definitivo, direi, che recitava proprio così:
"Vi scrivo con le lagrime agl'occhi e sospiro il tempo in cui partirò. Aggiungete a questa una leggera febbriciattola che mi assale tutte le sere e vedrete come sto bene...
Scrivo questo mio povero Ernani e non sono malcontento. Ad onta della mia apparente indifferenza se facessi fiasco mi schiaccio le cervella: non potrei sopportare l'idea, tanto più che questi veneziani si aspettano non so che cosa...
Viene la notte, la mia disperazione. Salutatemi gli amici e le amiche e ditele che si ricordino di me". G. V.
Questo suo malessere, da preoccupato neo-trentenne, può sembrare eccessivo, ma solo con la prima del 9 marzo 1844 furono placati i suoi tormenti con un grande successo di consensi.
L'opera letteraria di Victor Hugo, che aveva creato scandalo nel mondo culturale in particolare alla prima dell'Hernani dove si crearono tafferugli in sala, era decisamente un libretto di richiamo ma forse anche un rischio per le sue aspettative (bandito amante della libertà, che raggiunta la pace, viene ucciso dalla vecchia aristocrazia... insomma un tema sempre molto apprezzato). L'aver messo in scena brillantemente tale dramma dette di sicuro a Verdi delle conferme personali importanti, e quindi fu di buon auspicio per il suo futuro.
Lo stesso buon auspicio che mi auguro possa avere per tutto il mondo della Lirica in questi difficili tragici momenti di pandemia e di vuoto dell'arte.
Giuseppe Verdi - ERNANI
Libretto in 4 parti di Francesco Maria PIAVE
Ernani, il bandito - Giorgio Berrugi
Don Carlo, re di Spagna - Simone Piazzola
Don Ruy de Silva, grande di Spagna - Michele Pertusi
Elvira, sua nipote e fidanzata - Elenora Buratto
Giovanna, sua nutrice - Irene Savignano
Don Riccardo, scudiero del re - Carlo Bosi
Jago, scudiero di don Ruy - Andrea Pellegrini
Filarmonica Arturo Toscanini
Orchestra e Coro del Teatro Massimo di Palermo
Maestro concertatore e Direttore - Omer Meir Welber
Maestro del Coro - Ciro Visco
Mise en espace - Ludovico Rajata
Costumi e progetto visivo - Andrea Fiduccia
Animazione digitale - Fabiola Nicoletti
Luci - Giuseppe Di Iorio
Intervista al baritono Simone Piazzola,
Don Carlo nell'Ernani di Palermo
Ho chiesto all'amico baritono e celebre collega Simone Piazzola, artista che seguiamo dai primi mesi della nostra fondazione, le sue impressioni, le sue osservazioni nel ritornare dopo tanti mesi a cantare in teatro un'opera completa con orchestra. Con grande piacere mi ha risposto, e per questo lo ringrazio. Ecco di seguito la nostra chiaccherata:
- Carissimo Simone innanzi tutto molti complimenti, hai delineato un nobilissimo personaggio nel pieno rispetto del belcanto. Dimmi, non è una nuova conoscenza per te il ruolo di Don Carlo dell'Ernani...
Sì, infatti, dopo averlo debutto alla Scala di Milano nel 2018 ho avuto il piacere di riaffrontare questo ruolo al teatro Massimo di Palermo per la diretta streaming. Don Carlo è impegnativo da studiare vocalmente, incentrato molto spesso nella zona del passaggio. Essendo un ruolo molto interessante però è un piacere "mettere in gola" la parte.
- Sappiamo tutti che sei uno dei più valenti e richiesti cantanti verdiani del mondo, ci vuoi ricordare alcuni dei tuoi successi nelle opere del cigno di Busseto?
Ho cantato molti ruoli verdiani ma quelli che ho più nel cuore sono Giorgio Germont nella Traviata, ricordo con grande orgoglio la produzione di Valencia col maestro Zubin Mehta circondato da grandi colleghi come il Sonya Yoncheva e il maestro Luigi Roni o la famosa Traviata degli specchi di Svoboda / Brockhaus e il Simon Boccanegra che ebbi l'onore e il privilegio di debuttare diretto dal maestro Myung-Whun Chung al Teatro La Fenice di Venezia. Un altro ruolo al quale sono legato è il Marchese di Posa del Don Carlo. Trovo però tutti i ruoli Verdiani che ho affrontato splendidi, interessanti da analizzare sia a livello vocale che a livello interpretativo. Devo molto al Maestro Verdi.
- Hai già avuto modo di cantare come abbiamo detto il ruolo di Carlo dell'Ernani, uno dei ruoli identificativi del belcanto verdiano, fatto di accenti, incisività, ma anche di grandi pagine in cui è richiesto un canto nobile, spiegato, di cui tu sei maestro. Quali sono secondo te le parti musicali definibili chiave del tuo ruolo?
Sicuramente pagine come "Da quel dì che t'ho veduta", "Lo vedremo, veglio audace" o "Vieni meco" richiedono un canto legato incisivo e un fraseggio vasto di colori senza dimenticare la grande aria "Oh de verd'anni miei" e "O sommo Carlo" che richiedono un grande impegno vocale e interpretativo. Tutto quello che è scritto per il ruolo di Don Carlo è estremamente complesso e bisognoso di dovizie tecniche senza le quali sarebbe estremamente difficile affrontarle.
La vostra recita è andata in onda in streaming ed è uno spettacolo unico, purtroppo sono state annullate le repliche. Ti manca molto immagino il teatro come era appena un anno fa, quali sentimenti stai provando, quali difficoltà e timori conservi nel tuo cuore?
Quando attualmente entro in teatro mi sento grato di poter esservi, è un luogo che amo, che tutti noi artisti e appassionati amiamo. Mi sento grato quando entrato mi guardo intorno e penso a che posto meraviglioso sia, quanta storia musicale è passata da quel palco, quante voci quei muri hanno sentito. Però quando salgo su un palco e finisco di cantare poi si sente un vuoto. Perché manca il suono della gente, degli spettatori che con passione applaudono.. E come se fosse una battuta musicale non scritta su spartito. Un suono che manca. La cosa che temo è che manchi ancora per molto questo suono, quello scambio d'energia che ti fa uscire di scena con un sorriso nel cuore. La soddisfazione e la gioia d'aver trasmesso e di aver creato una reazione nel cuore della gente.
- Malgrado tutto so che ti aspettano numerosi impegni in Italia e all'estero, ce ne puoi parlare?
Prossimamente mi ritroverò ad affrontare nuovamente il ruolo di Alfonso, re di Castiglia nella Favorita di G. Donizetti a Piacenza e a Parma. In un certo senso sarà un debutto visto che per la prima volta la canterò in lingua italiana. Successivamente sarò poi a Lisbona per interpretare nuovamente il ruolo di Don Carlo, Re di Spagna nell'Ernani di G. Verdi. In estate sarò nella mia adorata Arena di Verona per cantare il ruolo di Amonasro in Aida e Giorgio Germont nella Traviata per continuare la mia rincorsa verso la duecentesima recita della medesima opera. Debutterò poi a Liegi con un ruolo a me caro: Don Carlo di Vargas nella Forza del Destino.
- Hai un sogno nel cassetto, un ruolo che ti piacerebbe interpretare e che non hai ancora potuto cantare in teatro?
Tra qualche anno mi piacerebbe poter affrontare il Macbeth di Giuseppe Verdi, I Due Foscari e I Vespri Siciliani. Ma c'è ancora tempo! L'importante per me ora è continuare a perfezionarmi tecnicamente e interpretativamente. Vi ringrazio di cuore per questa bella intervista e spero di potervi rivedere presto tutti in teatro.
Grazie a te Simone e in bocca al lupo per tutto!
Alessandro Ceccarini, adm
Il video del duetto dal primo atto "Da quel dì che t'ho veduta"
Di seguito una galleria di immagini di questo bell'Ernani
(Photo credits Rosellina Garbo)