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THE LITTLE PRINCEÂ
Spettacolo di danza tratto dalla novella Le Petit Prince di Antoine de Saint-ExupĂŠryÂ
Musica di Terry TruckÂ
Adattamento dallâoriginale di Chris Mouron
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Regia e coreografie: Anne TourniĂŠ
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Personaggi e interpreti
Narratore Chris Mouron
Il piccolo principe Dylan Barone
LâAviatore Bednarek Aurèlien
Il serpente Marta Kowalewska
La rosa Marie Menuge
Il lampionaio Marcin Janiak
Lâuomo dâaffari Filippo Di Crosta
Lâubriaco Edouard Goux
La volpe Killian Mermet
Il vanitoso Thomas Faure
Il deviatore Chiara DâAngelo
Il Re Patrizio Di StabileÂ
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âLâessentiel et invisible pour les yeuxâ (âLâessenziale è invisibile agli occhiâ) scrive Antoine de Saint-ExupĂŠry nel Piccolo Principe. Questa celeberrima frase, oltre a contenere una grande veritĂ esistenziale, riassume perfettamente anche il fascino e la difficoltĂ che incontra chi si cimenti nella trasposizione teatrale di questo capolavoro dello scrittore francese. Ciò è ancora piĂš vero quando si tratta di uno spettacolo quasi puramente visivo come quello in scena in questi giorni al teatro Coliseum di Londra. Si tratta di una grande produzione internazionale che, partita da Parigi, ha giĂ girato con grande successo Sydney, Dubai e Broadway, e rimarrĂ in scena a Londra fino a domenica 16 Marzo.Â
Il principe biondo di Saint-ExupĂŠry è uno di quei personaggi senza tempo che, nonostante il mutare delle generazioni, ha segnato e continua a segnare lâinfanzia e la crescita sentimentale di ogni bambino. Una storia allâapparenza semplice, ma in realtĂ profondissima, ricca di spunti filosofici e dâimmancabile attualitĂ in ogni momento storico; per esempio, anche al giorno dâoggi, in cui assistiamo allo spietato riemergere delle guerre e al trionfo dellâarroganza e della prepotenza nelle piĂš alte sfere della politica mondiale, ci sentiamo quanto mai in sintonia con il protagonista che, contemplando il deserto si chiede âIl nây a donc personne sur la Terre?â (âNon ci sono dunque persone sulla terra?â).
La produzione londinese cerca di trasferire tutti questi messaggi sul palcoscenico affidandosi quasi esclusivamente alle immagini e ai movimenti coreografici. La scena è fondamentalmente costituita da proiezioni video sul fondale e sul pavimento, che raffigurano, con efficaci effetti 3D, i pianeti e paesaggi attraverso cui si snoda il viaggio del Piccolo Principe. Gli unici (limitati) interventi verbali sono affidati al narratore (Saint-ExupÊry stesso), interpretato dalla bravissima Chris Mouron (che da anche ottima prova delle sue qualità vocali nelle uniche due canzoni dello spettacolo che chiudono i due atti, entrambe a lei affidate).
Questa impostazione da luogo ad uno spettacolo di grande impatto visivo, pur mantenendo equilibrio e pulizia, con le suggestive proiezioni che evocano stelle, pianeti e scenari onirici, e alcune scene veramente magiche come quella del lampionaio, con i ballerini che si passano sfere luminose creando evocativi giochi di luce. Il racconto è affidato principalmente ai movimenti dei danzatori, che puntano molto sul sincronismo delle masse, le quali si muovono con estrema perizia tecnica e disciplina. Particolarmente degne di nota sono le prestazioni di Dylan Barone, nel ruolo del Piccolo Principe, a cui la parte richiede difficili movimenti acrobatici e aerei, di Bednarek Aurèlien (lâAviatore) e Marcin Janiak (il Lampionaio) dotati anchâessi di notevoli qualitĂ atletiche, e di Marta Kowalewska, che da sfoggio di ottime doti contorsionistiche nel ruolo del serpente. Inoltre, Marie Menuge, nel ruolo della Rosa, danza con grande intensitĂ e Thomas Faure (il Vanitoso) si fa notare per la verve interpretativa.
Tuttavia la paucitĂ di dialoghi e interventi verbali lmita le possibilitĂ di rendere pienamente la storia e il poderoso armamentario concettuale e filosofico che emergono dallâopera di Saint-ExupĂŠry. CosĂŹ, la narrazione risulta spesso frammentata e non completamente comprensibile per chi non abbia una conoscenza profonda del testo originale. Inoltre, se la scelta di usare lâoriginale francese negli inserimenti verbali è encomiabile dal punto di vista filologico, viene da domandarsi se, vista lâimportanza dellâaspetto visivo nellâeconomia dello spettacolo, sia opportuno costringere il pubblico londinese (generalmente non avvezzissimo alle lingue straniere) a passare momenti cruciali dello spettacolo a guardare i sopratitoli. Infine, vi sono momenti in cui il ritmo sembra un pelo troppo lento, anche a causa delle musiche di Terry Truck (qui eseguite in versione registrata), pregevoli ma caratterizzate da uno stile modulare, un pò alla Philip Glass, che non sempre riesce a conferire il necessario dinamismo allâazione.Â
Alla fine, comunque, buoni consensi da parte del pubblico della prima. Lo spettacolo, come si è detto, è in scena fino a domenica e ci sono ancora biglietti disponibili.
La recensione si riferisce alla rappresentazione del 12-03-2025Â
Kevin De Sabbata
(13-03-2025)
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(Photo credit: Broadway Entertainment Group)
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